Un recente articolo del Sole 24 ore riapre, non senza preoccupazioni, la questione della responsabilità penale in capo alle Società e agli Enti (ex D.Lgs 231/2001).
In particolare, con l’entrata in vigore del Dl 124/19 e del D. Lgs 75/20, sono stati inclusi nel noveri dei reati presupposti anche alcuni illeciti penali tributari quali quello di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture false o altri documenti per operazioni inesistenti, dell’occultamento o distribuzione di documenti contabili e della sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte; e ancora, la dichiarazione infedele, l’omessa presentazione della dichiarazione e l’indebita compensazione (ma solo in caso di transnazionalità e evasione di Iva non inferiore a 10 milioni di euro).
In questi casi, come chiarito dalla risposta fornita nel corso di Telefisco 2021 dagli Ufficiali della Guardia di Finanza, qualora la società non riesca a dimostrare, mediante la puntuale attuazione di una serie di adempimenti previsti dal D.Lgs 231/2001, la propria estraneità rispetto alla condotta illecita dei propri amministratori e degli apicali, rischia sanzioni pesantissime che vanno da 300 a 500 quote (ognuna varia da 258 a 1.549 euro).
La GdF ha inoltre chiarito che in caso di indagini sul reato presupposto in capo al legale rappresentante, in assenza dell’adozione dei presidi previsti dal Modello Organizzativo di gestione e Controllo ex DLgs 213/2001, è sempre prevista anche la segnalazione dell’Ente alla Procura, al fine di delineare l’eventuale responsabilità dello stesso (compresa la mancata adozione del Modello).
Fonti: – il Sole 24 Ore : “Reati tributari, doppia sanzione per rappresentante e socità”
– Telefisco 2021: “Le risposte della Guardia di Finanza – reati 231, al pm tutti i dati”.